Candelara
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Cosa Vedere

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Il Borgo

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Arrivati a Candelara, lungo la via che conduce alla piazza troverete sulla sinistra il palazzo dell’ex sede comunale, ora circoscrizione delle Colline e dei Castelli e sede della Pro loco. All’interno vi sono stanze affrescate (XIX secolo) e lo stemma di Candelara.
il borgo di candelara
castello di candelara

Il Castello

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Dalla piazzetta di Borgo S. Lucia si accede al castello attraverso un ponte di mattoni che nel ‘500 ha sostituito quello levatoio in legno. Solo dopo il 1000, il castello è stato dotato di una cinta muraria rafforzata da Sigismondo Pandolfo Malatesta nel 1444-1445. Di grande interesse è l’insieme del sistema difensivo (porta, mura e bocche da fuoco) che costituisce un’esperienza all’avanguardia nel campo dell’architettura militare del’400. Di particolare interesse sulla destra dell’ingresso, la torre dell’orologio recentemente restaurato e di cui si possono ammirare tutti gli antichi meccanismi perfettamente funzionanti, al piano superiore della sala del Capitano.
Sempre lungo la stessa strada c’è un monumento storico da salvare: la Chiesa di S. Francesco del ‘600, attualmente diroccata e non visitabile. Se restaurata potrebbe rappresentare la maggior attrattiva del castello come sede per concerti, mostre e conferenze. Le opere ora custodite nella Pieve, sono un importante venerato crocefisso ligneo e due tele del ‘600. La chiesa presenta un bel campanile e una cupola del XIV secolo visibile nel contesto del paesaggio candelarese. All’interno del castello poche case e alcuni vicoli; attorno alle mura si può godere una bella vista panoramica delle colline circostanti. Continuando sulla stessa stradina dove si trova la chiesa di S. Francesco e scendendo una bella scalinata a destra possiamo trovare un parco pubblico mentre passeggiando tutto intorno alle mura sulla sinistra si arriva alla chiesa di S. Lucia (1485), restaurata nel 1858 ed arricchita di altri due altari in uno dei quali è posta una Madonna col bambino, S. Giovannino e S. Lucia di Terenzio Terenzi detto il Rondolino, famoso imitatore del Raffaello.
castello di candelara innevato
orologio candelara

L’orologio

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Il portale di forme rinascimentali che chiude il borgo del castello si caratterizza per il grande quadrante circolare in pietra bianca dell’orologio settecentesco. Su di esso sono scolpiti e dipinti di nero in numeri arabi le ore, è prevista un’unica lancetta per indicare le ore e i quarti. L’affascinante meccanismo settecentesco dell’orologio si conserva in una stanza attigua – posizionata proprio sopra il fornice – che prende il nome di “sala dell’Orologio” sopra la “sala del Capitano”. Dopo decenni di silenzio, l’orologio è tornato a battere i suoi tocchi grazie anche all’iniziativa del candelarese Liberio Mancini, un bravo imprenditore artigiano che ha ospitato nella sua officina alcune parti del meccanismo, e con passione e meticolosità ha dedicato al suo ripristino tempo e risorse, ricostruendo le parti irrecuperabili e tornendo i congegni usurati dai secoli per renderli nuovamente efficienti.

Successivamente una ditta specializzata ha terminato il lavoro di restauro conclusosi nel 2010 e finanziato dal Comune di Pesaro. In particolare sono state elettrificate le ricariche dell’orologio, intervento che ha permesso il funzionamento quotidiano dello stesso senza la necessità di una persona che lo ricarichi a mano due o quattro volte al giorno. I pesi originali in pietra sono stati sostituiti da altri in metallo e sono stati esposti in una nicchia della sala. Le due campane situate sul piccolo campanile a vela, sovrastante il portale battono le ore e i quarti durante tutto il corso della giornata e, oltre a scandire il tempo, allietano con il loro suono il paese di Candelara. Il meccanismo è uno dei pochi nelle Marche perfettamente funzionante. Oggi Pierpaolo Diotalevi, si prende cura della manutenzione ordinaria dello stesso.

sala del capitano candelara
pieve santo stefano candelara

La Pieve di Santo Stefano

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La Pieve, centro della vita religiosa del paese, ha origini molto antiche, risalenti al VI-VII secolo; è cioè sorta prima del castello di Candelara. L’attuale costruzione presenta una struttura muraria gotica con un’insolita pianta che richiama la croce greca. La facciata è caratterizzata da quattro lesene verticali e da due finestroni con arco a sesto acuto negli scomparti laterali, che affiancano la meridiana. Entrando troviamo: a sinistra un Santo vescovo, forse identificabile in Sant’Emidio protettore dei terremoti o San Apollinare, primo Vescovo di Ravenna, data la presenza di tre piccole croci greche-bizantine.
Si tratta di un frammento quattrocentesco, salvato dal deterioramento per umidità della parete. A destra un altro frammento di affresco: la Crocefissione con la Vergine Maria e l’apostolo Giovanni, del 1504; accanto il Matrimonio mistico di Santa Caterina e San Giovanni Battista, opera eseguita nel 1555 da Ottaviano Zuccari (padre dei più famosi Taddeo e Federico). La tavola sull’alta- re sinistro del transetto è una delle opere più importanti della Pieve: Madonna col Bambino e i santi Stefano e Donnino, di Pompeo Morganti da Fano.
I due altari laterali, in passato affidati alle Confraternite, presentano la struttura uniforme neoclassica realizzata al tempo del Buresti e formano una coppia di grande significato artistico e devozionale. Sull’altare laterale di sinistra, la splendente Madonna del Rosario contesa tra Claudio Ridolfi (Verona 1570 – Corinaldo 1644) e Simone Cantarini (Pesaro 1612 – Verona 1648).
pieve santo stefano candelara
E proprio del Giovan Giacomo Pandolfi (Pesaro 1567 – dopo il 1636) è il quadro collocato a destra: Madonna in gloria coi santi Terenzio, Marco Evangelista, Giovanni Evangelista e Antonio Abate. Sull’altar maggiore è posto un quadro di Giovanni Venanzi (Pesaro 1627-1705), allievo di Simone Cantarini e Guido Reni, è rappresentato Santo Stefano in gloria e le anime del Purgatorio. In basso a sinistra, si vede la stessa Pieve, con il mare sullo sfondo.
L’organo, restaurato nel 2005 e di scuola locale, è pregevole manufatto della famiglia Polinori, famosi organari in Pesaro nella prima metà del settecento. In questa chiesa inoltre si conservano sull’altar maggiore un bellissimo Crocifisso seicentesco in legno policromo, e due tele – collocate nel transetto – raffiguranti l’Immacolata Concezione, buona copia di quella del Barocci di San Francesco a Urbino e Sant’Antonio di Padova, attribuito a Giovanni Venanzi.
Da notare, sulla destra, la veduta del castello di Candelara. Queste tre opere provengono dalla diroccata chiesa-conventuale di San Francesco, entro il castello di Candelara.

Museo PAC

(Pie Artigiane Cristiane)

Arte tessile, ricamo, taglio e cucito
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Il museo si trova vicino alla Pieve di Santo Stefano ed è stato allestito al piano terra della sede del sodalizio “Pie Artigiane Cristiane”. Questo istituto di suore laiche è stato fondato nel 1928 nel vicino paese di Novilara dal parroco (mons. Terenzio Cecchini) e da due giovani parrocchiane (Elvira Bartolucci e Annetta Talevi).